Le connessioni tra la fisiologia filosofica e la grammatica del mostruoso sono molteplici. L'articolazione di questi due percorsi permette di evidenziare la divaricazione tra i dispositivi naturali e il principio della "natura (physis)" e gli esiti che da tale separazione possono discendere. Il volume, dopo aver provveduto alla anamnesi e alla ricostruzione della storia degli effetti di tale separazione e alle molteplici diagnosi di antropologia pedagogica che si possono rinvenire in questo processo, tenta, in sede prognostica, una ricomposizione intorno al concetto di physis greca, ritrovandone l'essenziale nella vocazione formativa e nel possibile profilo pedagogico. All'insegna di questa agnizione, il "difetto" è riletto come descrittore ontologico della persona umana e collocato, nel suo esercizio storico-temporale e, soprattutto, esistenziale, nell'esperienza paradigmatica dell'aretè, come luogo principe dell'esercizio della libertà personale e ambiente esemplare dell'agire paidetico.