Nel 1972, entusiasmato dalle riflessioni "anti-edipiche" di Deleuze e Guattari, il giovane filosofo Guy Hocquenghem scrive "Le désir homosexuel". Evitando di ricorrere alla biologia o di risalire a presunte cause traumatiche dell'omosessualità, l'autore riconduce la genesi dell'odio antiomosessuale ad apparati ideologici quali il sistema giuridico e poliziesco, i mass media, la medicina e la psicanalisi. Proprio Freud svela e insieme nasconde una verità più profonda sul desiderio omosessuale: il desiderio "eteroclito", deviante - vero protagonista di questo libro queer ante litteram - sfugge a ogni categorizzazione e, in questa resistenza, assume un potenziale politico dirompente. A cinquant'anni dalla nascita dei movimenti GLBTQ, la sfida che l'autore ci pone rimane urgente: cercheremo casa in un'economia estrattiva delle identità e della proprietà? Oppure distruggeremo attaccamenti e gerarchie, aprendo la strada a forme più circolari del vivere in comune? Questo libro, tradotto in diverse lingue (in italiano già nel 1973), rimane ancora oggi un classico mondiale della critica omosessuale.