"Desidero onorare con questi versi il recente incarico di custode della Villa; del cavalier Pettini, di cui ignoro l'aspetto e le vicende personali, ho ereditato l'amore per i luoghi e i beni che oggi mi appartengono. Gran parte della mia opera ho concepito tra queste mura, spronato dalla voce eterea dei libri, la presenza di altre dimensioni, lo scorrere inesorabile del fiume che chiamiamo Tempo. Ore di malinconia e ozio operoso hanno accompagnato quelle "soavi cure" che concedono alla mente il potere di convertire le assenze e preservare, nel silenzio, i nostri piccoli segreti. Il custode della dimora diviene il Guardiano del tempo, il Custode della memoria." (Silvestro Neri)