Numerose dovevano essere le carte che occupavano il tavolo di lavoro di Francesco Guicciardini al momento della stesura della "Storia d'Italia". Tra queste si trovava un copialettere, ad oggi smembrato in due filze dell'Archivio Guicciardini e in un faldone della Carte Strozziane. Il codice raccoglie copie di lettere inviate, e solo in parte ricevute, tra il giugno 1526 e il febbraio 1527 da Guicciardini, a quel tempo luogotenente dell'esercito pontificio, schieratosi nella Lega di Cognac contro l'imperatore Carlo V. Sulla scorta degli studi di Roberto Ridol e Paola Moreno, l'edizione si propone di illustrare le dinamiche di rielaborazione che distinguono le copie dal loro antigrafo, le minute, e di dimostrare la dipendenza tra il corpus epistolare e la prima redazione del libro XVII della Storia, contribuendo a ricostruire il lungo iter che dai Commentari della luogotenenza condurrà ai cantieri del capolavoro storiografico. Questo specialissimo fascio di lettere diviene così un documento grazie al quale Guicciardini riesce a ordinare «tucte le cose innanzi agli occhi» e a ricomporrepost res perditas il garbuglio del mosaico del reale, adempiendo «el fine della istoria».