"Questo libro si propone di raccontare i fatti della Storia non accettando le sentenze emesse dai tribunali dei vincitori da cui è discesa la storiografia ufficiale, una storiografia che non ha il coraggio della revisione secondo l'insegnamento che fu di Renzo De Felice, un professore certamente non accusabile di nostalgie fasciste dato che la sua scelta professionale fu orientata proprio dalla sua militanza giovanile nelle file del Pci. Qualificandosi un improvvisato raccontatore di storie, in parte vissute e in parte sentite raccontare dai protagonisti, l'autore rivendica un racconto del tutto diverso dalla storia ufficiale, perfino avendo la presunzione di negare le sue verità e, non solo per aver letto e digerito i libri di Renzo De Felice, ma per essere buon testimone del suo tempo vissuto con gli occhi bene aperti e la mente sveglia. La critica dell'autore non si rivolge a quanti si sentono storici per cultura, professione o anche solo per semplice passione, ma agli accademici ufficiali, quelli di successo, privilegiati dalle Istituzioni ufficiali. Di essi passa in rassegna le principali tematiche esaminandone le contraddizioni".