L'Occidente, da tempo, è privo di un centro ed è una "terra desolata". Se si vuole risalire la china e ritrovare, insieme ad un nuovo centro, un'identità perduta è necessario avere il coraggio e la volontà di combattere il relativismo di una società che rifiuta ogni valore che non sia contingente, materiale e consumista. Coraggio e volontà, tuttavia, sono i caratteri di quell'uomo che, nella tradizione occidentale, è coinciso con la figura del cavaliere: una immagine archetipica ancora viva nell'inconscio dell'uomo post-moderno. Essa ripropone il modello di un uomo nuovo che, incurante di ogni pericolo e di ogni massificante conformismo, non teme di affrontare il futuro per diventare "ciò che è realmente" e per ridare un centro ed un senso a sé e alla società. Di questa immagine e di questo progetto, si occupa il presente lavoro che dall'analisi della società post-moderna e globalizzata passa alla stupenda simbologia düreriana de il cavaliere, la morte e il diavolo per concludersi, poi, nell'approfondimento del mito del cavaliere e dell'epopea della cavalleria: la terra dei sogni dell'Occidente.