"Credo davvero che, sia pure con le migliori intenzioni, si faccia un torto a Giuseppe Fava classificandolo tra i giornalisti uccisi dalla mafia. Con Fava è stato ucciso un intellettuale, uno specifico modo di intendere la funzione dell'intellettuale nella Sicilia degli anni Ottanta". Così Nando dalla Chiesa, a pochi anni di distanza dalla morte (5 gennaio 1984), rendeva giustizia alla figura di Giuseppe Fava (nato a Palazzolo Acreide il 15 settembre 1925). Stretto il ruolo di giornalista, bisognava ampliarlo col ruolo dello straordinario intellettuale che Fava impersonò nella Sicilia del suo tempo. Oggi, con la distanza degli anni, è il caso di ampliare ulteriormente quel giudizio e di misurare più adeguatamente la perdita inflitta dalla mafia alla cultura italiana. Giacché nessuno tra i massimi giornalisti intellettuali della nostra scena può vantare la produzione letteraria di Giuseppe Fava, che spazia dalla narrativa (romanzi e racconti) al teatro (drammi e commedie). Nell'insieme è un'opera di prim'ordine alla quale è venuto il momento di rendere un appropriato riconoscimento. Questo volume vuole essere una prima lettura critica della figura letteraria (e non solo sociale e politica) di Giuseppe Fava.