Grazie alla documentazione sulle privative industriali (brevetti) conferite nel Regno delle Due Sicilie, il volume prende in esame alcune caratteristiche del mutamento tecnologico nel più grande Stato preunitario. L'analisi si incentra su due aspetti. Il primo riguarda i motivi per cui certe innovazioni ebbero successo ed altre no, mettendo in luce il ruolo giocato da fattori come le dimensioni del mercato interno, la disponibilità di capitali, la presenza di competenze tecniche già consolidate, nonché la posizione e il potere contrattuale del Paese nelle gerarchie internazionali. Il secondo aspetto concerne i rapporti, spesso conflittuali, che si instaurarono tra potere politico e comunità scientifica: mentre il mondo della scienza, incline a giudicare positivamente la ricaduta sociale delle innovazioni, era propenso a conferire le privative con relativa facilità, le autorità politiche, non di rado preoccupate degli stravolgimenti che il mutamento tecnologico determinava sugli equilibri sociali, mantennero un contegno più prudente. Il quadro che emerge dall'interazione di questo insieme di elementi - economici, politici, culturali - mostra come una delle principali caratteristiche del mutamento tecnologico nel Regno delle Due Sicilie si trovi nella continua ricerca di un equilibrio tra opportunità teoriche e possibilità concrete.