Per Calvino, Kundera, Conrad, scrivere significa andare all'anima delle cose. Per fare questo è necessario superare la difesa del soggetto per andare ad affrontare "le cose" in campo aperto, dove la verità del cuore umano si rivela. Questa verità infatti non si trova né nel soggetto, né nella fortuita concatenazione di fatti che lo avvolge, ma nell'avventura stessa del narrare. In questo senso, il significato di ogni narrazione non può che trovarsi all'interno di questa odissea, fatta di interrogazione da un lato e di tensione interpretativa dall'altro. Questo è il viaggio: con le sue escursioni nel narrabile e la sua (inalienabile) propensione all'oscurità dell'inenarrabile, castello che dall'alto domina silenziosamente il paesaggio. Il bottone in tasca è una raccolta di dodici racconti che oscillano tra la fiaba e la narrazione realistica. Ad ogni racconto è associata una piccola epigrafe, che serve da traccia per chi abbia la pazienza e il desiderio di perdersi tra le righe.