Ismael Baruch è un bambino ebreo che nelle taverne malfamate della sua città improvvisa bellissime e struggenti canzoni, accompagnato da una balalaika, in cui canta la tristezza degli esseri umani. Giovane poeta di grande, naturale talento, viene notato da un adulto, un poeta in crisi che scarica la sua frustrazione nell'alcol e che decide di fare del piccolo un dono prezioso per la sua amata, una principessa ricca e capricciosa. Strappato così al suo ghetto, Ismael viene venerato e amato, conosce il lusso e la vita agiata, trasformandosi in una sorta di poeta di corte... Scritto nel 1923 e apparso nel 1927 presso l'editore Fayard, questo splendido, breve romanzo di Irène Némirovsky è l'apologo del talento snaturato e sconfitto, a testimonianza che non può esserci vera arte se non nell'autenticità di noi stessi. ?