Il Novecento è il secolo in cui ogni barriera tra cultura "d'élite" e cultura "popolare" viene travolta dalla società di massa, dalle rivoluzioni mediatiche (dalla radio al digitale), dai processi di globalizzazione. Dalle avanguardie al pop, le arti e ogni forma di comunicazione hanno incrociato sempre più i registri espressivi "alti" a quelli "bassi", in un continuo rimando tra mercato e sperimentazione, consumi e provocazioni intellettuali. I due curatori si soffermano su alcuni casi particolari di questa feconda babele di linguaggi, dove arti figurative, letteratura, architettura, cinema, fiction televisiva, musica (jazz, pop/rock, canzone leggera) diventano i laboratori in cui costantemente vengono prodotte nuove, inedite sintesi estetiche. Da quei laboratori nascono le immagini e i miti che entrano nell'immaginario collettivo, ma anche nel dibattito civile e nelle retoriche politiche delle società contemporanee.