La cucina, nel corso dei secoli, si è vista attribuire connotazioni differenti che dipendono da un'annosa disputa: se la cottura e le preparazioni semplici allontanano l'uomo dallo stato ferino e sono dunque percepite normalmente in modo positivo, la ricerca della raffinatezza e il distaccarsi eccessivo dalla natura possono conferire alla cucina stessa un alone negativo, che spesso coinvolge il cuoco che la pratica. Tutto dipende dal valore che si assegna alla natura da una parte e all'intervento dell'uomo dall'altra e, in materia, i punti di vista sono tanti e variegati. Meglio l'alimento più semplice e naturale, o a uscirne vincitore è il cuoco-artista che lo rende, trasformandolo, un'opera nuova e originale? Che cosa fa bene e che cosa nuoce alla salute del corpo e a quella spirituale? Il volume illustra le diverse risposte che tali domande hanno ricevuto nel tempo ricostruendo un fenomeno che investe sì la sfera culinaria ma anche, più in generale, l'uomo e il suo rapporto, mai univoco, con il cibo.