"I veleni di Palermo. Non quelli che direi "veri", i lenti e sottili veleni del vivere a Palermo; ma le immediatamente fatali e volgari pozioni, il poison criminalmente dosato nella domestica minestra, nelle salse, negli intingoli, nelle creme; il mort-aux-rats promosso a funzioni liberatorie nelle asfissie da marito o da moglie, negli amori impossibili, nelle possibili ma tardanti eredità. Il veleno comprato dallo speziale con la scusa della casa e del vicolo da disinfestare; o pagato lautamente alla fattucchiera rivelando l'uso cui è destinato; o segretamente distillato da erbe e sali. Il veleno dei casi che generalmente si dicono sordidi: gli amorazzi, la roba, le insopportabili vessazioni del pater familiae; l'odio che si accumula giorno per giorno, ora per ora; l'impazienza che si acuisce e delira; la livida invidia e rapace." (Dall'introduzione di Leonardo Sciascia)