Ancora una volta l'ispettore Priamo Melis del distaccamento di polizia di Bosa si trova a dover indagare su una morte misteriosa: il corpo del Generale Paride Ferralis viene rinvenuto dal garzone di un fornaio. Alcuni particolari della vicenda inducono Priamo a pensare che possa trattarsi di omicidio, anche se il referto medico esclude tassativamente la morte violenta. Come già descritto nei due precedenti romanzi questo strano personaggio, l'investigatore lieve e improbabile, l'uomo schivo e sognatore, è costretto suo malgrado a misurarsi con un altro caso complicato del quale avrebbe fatto volentieri a meno. Il "pool" che gestisce le indagini è composto dalla sua tradizionale "spalla", Antonello, autodidatta credulone e scaramantico e dall'agente scelto Onofrio Pallotta, proveniente dal lontano Molise, che evidenzia un sapere antico frutto di una radicata cultura contadina oltre ad una forte connotazione politica .La vicenda si dipana tra tiepidi entusiasmi investigativi e meste ricadute nel ginepraio della burocrazia tipica degli apparati di polizia. Il finale a sorpresa restituisce slancio e ottimismo a tutti i protagonisti della vicenda.