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landolfi tommaso - i russi

I RUSSI




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Dettagli

Genere:Libro
Lingua: Italiano
Editore:

Adelphi

Pubblicazione: 11/2015





Trama

Nel 1928 Landolfi è studente all'Università di Firenze. Dai corsi ufficiali, però, si tiene "a rispettosa distanza": la sua unica, "beata", occupazione è parlare per notti intere di letteratura con gli amici Carlo Bo, Leone Traverso e Renato Poggioli. "Lì era la nostra università," ricorda "a quella vera non andavamo mai". E grazie a Poggioli che scopre la letteratura russa: e in questa disciplina, che a Firenze allora nessuno professava, si laureerà nel 1932 con una tesi sull'opera di Anna Achmatova. Intanto, nel 1930, sono usciti un racconto, Maria Giuseppa, e la recensione al Re Lear delle Steppe di Turgenev: il suo doppio destino - di scrittore e di slavista - è segnato. Ma slavista è forse il termine meno adatto. Incontrando la letteratura russa, Landolfi incontra in realtà una parte di sé: e l'"uomo superfluo" - in cui confluiscono senso di estraneità, stanchezza spirituale, profondo scetticismo - diventa uno specchio nel quale non cesserà di guardarsi. Per non parlare del dualismo morale, dei fantasmi, dell'innocenza russa, di Gogol' e Dostoevskij, che entrano stabilmente fra gli agenti attivi della sua immaginazione, per poi rifluire nella narrativa. Non meraviglia allora che in Russia Landolfi non sia mai andato: quel paese era per lui, e sarebbe rimasto, un'immagine, la matrice di una letteratura consegnata a un "eterno romanticismo", nonché di scrittori irriducibili agli schemi, capaci di ricreare da capo il proprio mondo.




Note Editore

Nel 1929 Landolfi scopre la letteratura russa, ed è una rivelazione. Scopre infatti una miniera allora inesauribile e, insieme, una parte di sé – tanto che l'«uomo superfluo» diventa uno specchio nel quale non cesserà di guardarsi. Non solo: il dualismo morale, i fantasmi, l'innocenza russa, Gogol' e Dostoevskij entrano fra gli agenti attivi dell'immaginazione per rifluire nella sua narrativa. Col tempo la fama di slavista gli apparirà una persecuzione, certo, e le traduzioni lavori «venali» colpevoli di allontanarlo dal vero lavoro. Resta il fatto che gli scritti sulla letteratura russa, qui per la prima volta riuniti, rivelano una capacità di intuirla che ha pochi uguali nel Novecento.




Prefazione

«Sono pieno di Puškin; non già in senso buono, ma cattivo e pessimo, come dire soverchiato, abbrutito da P.» Tommaso Landolfi




Autore

Le opere e le traduzioni di Tommaso Landolfi sono in corso di pubblicazione presso Adelphi dal 1992. Fra i titoli più recenti ricordiamo Diario perpetuo (2012), Il tradimento (2014) e, sul versante delle traduzioni, I falsi Demetrii di Prosper Mérimée (2014). Questo volume riunisce per la prima volta tutti gli scritti di argomento russo (fatta eccezione per la tesi di laurea su Anna Achmatova) pubblicati da Landolfi in varie sedi fra il 1930 e il 1960, nonché un nucleo di traduzioni disperse o inedite (come Un soffio leggero di Ivan Bunin).










Altre Informazioni

ISBN:

9788845930416

Condizione: Nuovo
Collana: BIBLIOTECA ADELPHI
Dimensioni: 218 x 30 x 139 mm
Formato: Brossura
Pagine Arabe: 363


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