Negli anni Venti del secolo scorso i formalisti russi inaugurarono un approccio al cinema che ne valorizzava, in particolare, il carattere di autentica "scrittura" audiovisiva. Di quell'approccio oggi si fanno apprezzare, oltre all'originale afferenza al vasto territorio di una "antropologia dell'immagine e dei media", il notevole spessore teorico e la sorprendente attualità nel contesto della rivoluzione digitale. Alla traduzione di alcuni testi classici riuniti nel volume che rese note le tesi formaliste sul cinema - Poetika Kino (Poetica del cinema, 1927) - questa raccolta aggiunge i contributi di tre autori - Roman Jakobson, Jan Mukarovsky, Jurij Lotman - che ripresero e approfondirono i temi portanti di quella linea di ricerca.