"Mamma! Mamma! Dove sei? Non lasciarmi con loro!". È il grido disperato del piccolo Ginetto, mentre due uomini lo trascinano in macchina. Ha dodici anni e non rivedrà più sua madre. Casa sua sarà una stanza in un manicomio toscano, in mezzo ai folli e agli abbandonati. Per trent'anni sarà anche lui uno di loro, finché un bel giorno uscirà a cercare la mamma che lo aveva rifiutato. Anche Ottavia è una ragazza che passerà decenni fra le mura di un istituto che non ha nulla di umano, niente che possa curare i veri malati. Rinchiusa perché la famiglia non la voleva. E Alberto che verrà trascinato verso lo stesso destino con l'inganno, condannato a perdere lentamente la ragione. Le loro sofferenze hanno lasciato traccia nelle lettere che queste persone scrivevano. Vi sono rimasti impressi i loro pensieri, le loro paure, i tentativi di cercare un contatto con le famiglie senza sapere che nessuno le avrebbe mai lette. Ciò che ne risulta è un resoconto toccante e tragico, un vero monito contro la violenza sugli esseri umani.