La crisi finanziaria che ha interessato i mercati mondiali ha suscitato l'interesse dei giuristi e degli economisti non solo sulle sue cause ma anche sulle differenti, perché meno devastanti, reazioni scatenate in un mondo finanziario nel quale la religione è in grado di influire sulle stesse regole del mercato e dei comportamenti dei suoi protagonisti a prescindere da profili strettamente territoriali. Si è così registrata la maggiore resistenza alla crisi del sistema finanziario islamico, caratterizzato da un approccio al mercato segnato non solo dalla condivisione del rischio tra finanziatore e finanziato, quanto e soprattutto dalla proibizione di operazioni di pura speculazione o di investimento in assets 'tossici'. Lo studio analitico dei mercati finanziari islamici, pertanto, di là dall'analisi dei valori religiosi che lo ispirano, ha portato a riflettere sull'opportunità di analizzare e valutare la meritevolezza, negli ordinamenti occidentali, di una prassi contrattuale e finanziaria propria di un mondo non così distante culturalmente e sempre più integrato.