Il libro "I confini dell'acqua" di Valentino Vitali e Carmen Lama è una "dichiarata opera di fotopoesia, simbiosi di luce e parole, di immagini visive e verbali, intreccio originale di immediatezza visiva e condensazione semantica. Se è vero che nella fotografia come nella poesia il significato non è mai fissato definitivamente e, soprattutto, non è contenuto esclusivamente all'interno dell'opera ma dipende invece (anche) da un fruitore che - ne abbia coscienza o no - lo costruisce e ricostruisce in base a un numero inafferrabile di fattori, tra i quali la propria sensibilità, la cultura, il contesto, lo stato d'animo, etc., nella fotopoesia la natura dell'interazione tra foto e testo poetico dilata ulteriormente il potenziale semantico dell'immagine. [...] Qui, in particolare, la poesia di Carmen Lama (che, per inciso, richiama alla mente la "cornice" fotografica) non è mai ancillare didascalia dell'immagine che, al contrario, illumina mentre se ne lascia illuminare.