Le treccine di Zaynab Dosso, la velocista cresciuta in Emilia che detiene il primato italiano dei 100 metri; il grande salto di Emmanuel Ihemeje, il triplista di Carrara che poteva diventare una stella del football americano negli Stati Uniti; la ricerca del lancio perfetto di Daisy Osakue, la discobola di Torino che dice «se sbagli a cucinare la pasta ti smonto»; e ancora Mattia Furlani, Dalia Kaddari, Lorenzo Simonelli, Raphaela Lukudo, Citru Ali, Iliass Aouani, Marta Amani. La rinascita dell'atletica italiana passa anche da questi ragazzi e queste ragazze, protagonisti agli Europei di Roma e alle Olimpiadi di Parigi, che si raccontano, tra sogni, ricordi e progetti. Li chiamano "italiani di seconda generazione", loro che magari il Paese di origine dei genitori non l'hanno mai visitato, o lo ricordano a malapena. Loro che per l'azzurro hanno lottato e fatto enormi sacrifici, rifiutando l'idea di qualsiasi altro passaporto, eppure si trovano a doversi confrontare quotidianamente con il pregiudizio, con il razzismo, con leggi francamente incomprensibili. Ricordandoci che sono loro la Nazionale italiana del futuro. Anzi, già del presente.