I personaggi del romanzo, per quanto siano civilizzati, immigrati, sono sempre vincolati ai legami di sangue e di razza, avvertono di continuo un richiamo alle origini, alle radici. Il libro è pervaso da un costante senso di malinconia e di pessimismo, dall'incombente presenza di un destino ineluttabile, dal richiamo a un qualcosa di atavico e trascendentale: c'è un legame di sangue che attira Ada e Harry l'uno verso l'altra, ma si avverte l'immancabile presenza di una spada di Damocle, del fato che avrà la meglio. Infatti, nonostante la ricerca del successo privato e sociale, la volontà di avere la meglio sul destino, i protagonisti sono disillusi, quasi dei Vinti verghiani: ci lasciano l'amaro in bocca per ciò che sarebbe potuto essere e non è. L'autrice lascia però aperto uno spiraglio: una speranza nel finale che, forse, sarà la redenzione di Ada.