Torna, aggiornato, un libro di culto degli anni trenta su figure, ambienti, aneddotti ed epigrammi, con illustrazioni d'epoca, dei maggiori caffè storici italiani da Torino a Napoli. Come annota l'autore, «"l'uomo che entra nel gabinetto di toeletta della propria moglie - ha scritto Balzac - è un filosofo o è un imbecille": quello che entra al caffè o all'osteria è uno avviato alla conoscenza della morale». Dai locali risorgimentali della prima capitale d'Italia alla Milano Belle Époque passando per i caffè delle maggiori città italiane (da Pavia a Bologna, da Padova a Venezia, da Lucca a Firenze fino al golfo partenopeo): luoghi per tutti eppure salotti di cultura; aveva ragione Valéry: «La vita di caffè non nuoce alla considerazione, perché la fanno non solo gli oziosi, ma anche i primi magistrati e anche i ministri»