Giocare con gli scacchi, a scuola e in gruppo, anche quando gli alunni sono bambini piccoli. È il fondamento di un progetto che viene qui descritto in modo da consentire anche al lettore una propria costruzione di proposta. Un progetto che, nella pratica vissuta dagli Autori da tempo nella scuola, smentisce dei luoghi comuni, a cominciare da quello che il Re dei giochi ami esibirsi solo in ambiti un po' esclusivi, ossia un pubblico prevalentemente adulto, o che richieda degli ambienti speciali, quieti e solitari, adatti a delle attività ritenute "massimamente cerebrali". Qui, invece, si gioca insieme e a scuola, e si trasforma l'esperienza in un'occasione educativa condivisa, di crescita dei progetti di sviluppo e di socializzazione del bambino. Con un'impostazione legata alla teoria della mente, questo contributo è pensato innanzitutto per chi con i gruppi lavora, insegnanti dunque, nonché educatori e tecnici dell'età evolutiva, ma può anche rivolgersi, per spunti differenti, ai genitori e agli appassionati del gioco degli scacchi. Considerato dunque come un percorso di crescita, cognitivo e relazionale, questo itinerario è stato progettato pensando anche ai bambini disabili i cui bisogni hanno ricevuto, nella sperimentazione, buone risposte sia educative che riabilitative.