La storiografia non ha mai taciuto l'importanza dei rapporti che Guido Reni, protagonista indiscusso dell'arte barocca europea, stabilì con i poeti del suo tempo. Forte di una fama presto altisonante tra i contemporanei, il pittore attirò nel suo atelier letterati con cui instaurò rapporti di amicizia, committenza e servizio, intessendo una trama di relazioni ricca e complessa che, se ripercorsa, rivela aspetti inediti della sua produzione artistica. Ammirato e bramato da Giovan Battista Marino, amico dei letterati bolognesi da Cesare Rinaldi a Ridolfo Campeggi, la sua pittura assorbì gli effetti del dialogo intrattenuto con i maggiori scrittori del suo tempo, e restituisce ai moderni una catena di intrecci che si estende da Bologna a Roma, dall'Accademia dei Gelati a quella degli Umoristi. Proprio questi intrecci sono al centro delle indagini contenute nel presente volume, con cui le ricerche su Reni intraprendono per la prima volta uno studio sistematico dei temi e dei processi che hanno caratterizzato gli incontri tra le opere dell'artista e i testi coevi. Le fonti interrogate dalle autrici, che affiancano alle sempre imprescindibili biografie reniane la produzione letteraria del suo tempo, arricchiscono di episodi nuovi la storia del mercato letterario e collezionistico tra Bologna e Roma, e, oltre ad aggiungere importanti tasselli al catalogo iconografico reniano, permettono di osservare con gli occhi dei contemporanei la crescita della fama di Guido. Seguendo le tracce di un percorso che inizia nei primi anni del secolo e arriva agli anni Trenta, saranno proprio le penne dei poeti vicini a Reni a descrivere per prime la fortuna del pittore "di paradiso".