L'homo capiens non è solo il risultato di un facile gioco di parole, bensì il prodotto di un processo involutivo senza precedenti, perlomeno nella storia dell'umanità conosciuta. Il tutto parte dagli ultimi decenni, una multiforme parabola discendente nella quale ogni homo capiens diventa un moderno e capace contenitore di miriadi di informazioni e sollecitazioni in grado di metabolizzare ma non di rielaborare con un minimo di critica. Il nostro protagonista, discendente naturale dell'individuo medio, fagocita, accetta di tutto e di più in base a immarcescibili dogmi, cliché e vari tabù della modernità e genera a sua volta il minus capiens, ennesimo, infelice sottoprodotto (pur cercando di evitare ogni categoria di giudizio) di una società malata dove la psicopatologia prevale su tutti e tutto. E se la quantità ha ormai partita vinta sulla qualità è proprio il caso, a questo punto, di prendere in considerazione una vera e propria teoria dell'involuzione, però molto particolare, in quanto regolarmente foraggiata da tecnologie avanzate ma non di rado sterili e dunque inquietanti.