Questo libro è un delicato affresco sotto forma di narrazione autobiografica dedicato alla vecchiaia. È lo sguardo di una donna che osserva e racconta, con garbo e ironia, le trasformazioni del proprio corpo con il trascorrere del tempo, le fragilità, i desideri mai sopiti, le sfide e le gioie quotidiane di una stagione della vita non sempre vista per quello che è, dove essere vecchi può significare anche essere liberi di sognare e vivere ogni momento nella piena consapevolezza delle proprie azioni e delle scelte compiute. Per farlo si rifugia nella dimensione onirica del mito classico. «Non deve dunque stupire - scrive l'autrice - se mi sono permessa di prendere a prestito alcuni versi dell'Odissea per accompagnare una parte del mio racconto sulla vecchiaia. Da sempre essi mi fanno rifiorire il pensiero e la parola, trasportandomi laddove sogno e realtà si confondono e delle ambasce umane rivelano il senso affinché facciano meno male.»