09/09/2018
Di valeria.silvestri
5 stelle su 5
Dove eravate nel 1981?
HIV Pioneers è la raccolta di storie di vite cambiate da quello che si scoprirà essere un virus globale , cieco ai confini di frontiera e gruppi. Un libro che ci i trasporta in quell’attimo esatto in cui “qualcosa cambia e quel qualcosa è irreversibile “, che ci racconta, spiega e fa riflettere su tutto ciò che è venuto dopo.
Il buio del panico iniziale , dell’isolamento e del pregiudizio, delle morti rapide. L’assurda ciecità e la negazione delle amministrazioni politiche , il manifestarsi di un dio nella forma di condanna e vendetta, il tradimento e l’abbandono degli affetti. Ma anche la luce portata da chi ha creduto nella corsa al traguardo di saggezza e conoscenza , in quel ruolo vitale di un’informazione che si fa trasformazione.
Sono storie di ispirazione, di chi sceglie di investire interamente se stessa nella prosecuzione a ritmo serrato di ricerche vitali , ignorando diatribe precoci di attribuzione di merito. O la storia di Ann Bayley, chirurga in Zambia e della descrizione dell’anomala presentazione del sarcoma di Kaposi.
Troviamo il Prete che riscopre il valore autentico di un dio di inclusione , e se ne fa portavoce.
In una storia avvezza al contrasto netto tra vincitori e vinti , una storia fatta di primi premi nel mare dell’insignificante, la medicina riscopre l’umiltà , la preziosità dei piccoli contributi e delle intenzioni.
Una storia, tante storie preziose. Di pazienti che grazie a ognuna di queste storie sono qui. E di una ricerca che da qui deve partire, perché non abbiamo ancora finito.
Giriamo l’ultima pagina. C’è un’ultima implicita domanda in questo finale aperto, ed è per tutte le persone ispirate , appassionate , consapevoli che il lavoro di ricerca non sarà mai facile ma che ogni vita è valsa, e vale il gioco…
Siamo pronti ad afferrare la staffetta? Dove siamo nel 2018?