Il volume, realizzato in occasione della mostra al Museo della Grafica di Pisa, presenta l'opera di uno dei maggiori protagonisti dell'arte italiana del secondo '900. Dalla prima maturità alla colma stagione odierna: cinquant'anni di pittura, disegno, incisione di Guido Strazza, uno dei principali e più rigorosi interpreti della ricerca astratta in Italia, e certamente il maggiore nostro incisore del tempo, che ha saputo far progredire di conserva la teoresi e la pratica della tecnica incisoria. Ecco allora le Metamorfosi, poi gli Orizzonti olandesi, quindi il Giardino delle Esperidi: ciclo cui Strazza dà vita a Roma, dove si è trasferito all'inizio degli anni Sessanta e dove, porterà al culmine il suo proposito di trasporre nell'incisione l'assolutezza, l'incontaminata purezza della luce. Allo scadere dell'ottavo decennio, il nascondimento e il peso oscuro del tempo si posano infine su quelle luci caste e purissime: i Segni di Roma