Lo scrittore Grigol Robakidze era ben noto negli ambienti letterari degli anni Dieci e Venti del Novecento in Georgia. Nel 1917-1921, assieme a poeti, prosatori, pittori, attori georgiani e russi, diede origine nella capitale Tiflis (oggi Tbilisi) a una vita artistico-letteraria ricca e tumultuosa. Nel 1931 abbandonò la Georgia, convertita dall'Armata Rossa in una repubblica sovietica, e trovò rifugio in Germania. Lì condivise il movimento di pensiero spiritualista, religioso e mitologico dominante, infervorandosi per Hitler e Mussolini. Nella sua opera troviamo una esaltazione per i miti, recepita da Nietzsche, nonché una convinta critica della tecnica, come in seguito avrebbe asserito Heidegger, in quanto livella, omologa e uccide la natura, strappando e sradicando l'uomo sempre più dalla terra.