Il 1917 intervenne con straordinaria potenza in una Europa macerata dalla guerra, ma realizzava una rivoluzione contro il "Capitale", contro e senza Marx. Eppure, si presentava come una rivoluzione proletaria e comunista, e dal suo interno si richiamava a Marx e perfino a Hegel, e alla grande dialettica, negli scritti di Lenin. Il fallimento della rivoluzione tedesca era la riprova che la rivoluzione in Occidente aveva bisogno di elaborare un altro pensiero, un'altra lettura della società e dello Stato, una diversa elaborazione di Marx e della sua filosofia della prassi, misurato con tutto il pensiero moderno. Prefazione di Biagio de Giovanni.