La pandemia ci ha indotti a una seria riflessione su quali modelli di sviluppo sostenibile intraprendere per la ripresa economica. In un contesto caratterizzato da scarsità di risorse e incertezza, l'unica strada percorribile è quella della innovazione sociale fondata sulla misurazione degli impatti. L'importanza dell'innovazione sociale come nuovo paradigma nella creazione di valore pubblico è riconosciuta a livello internazionale ed europeo, non solo per migliorare la risposta ai bisogni sociali emergenti ma anche per guidare nuovi percorsi di crescita economica, modelli di business e creazione di posti di lavoro. Quello che oggi è il green deal, domani sarà il social deal. Anche la finanza di impatto si sta muovendo in questa direzione. Per quanto sia riconosciuta da diversi anni come un fattore importante di sviluppo, non è stato compreso appieno il potenziale dell'innovazione sociale perché è stata relegata nell'ambito del sociale, circoscrivendone cosi la portata all'economia sociale e ai modelli di welfare. L'innovazione sociale si propone invece come un modello alternativo che, facendo leva su nuove forme di partenariato pubblico-privato e rompendo la dicotomia profit e no-profit, ambisce alla generazione di uno sviluppo sostenibile finalizzato alla resilienza. L'innovazione tecnologica non è in grado di per sé di fare fronte alle sfide economiche e sociali della società moderna. La pubblica amministrazione non può restare l'unica interprete e finanziatrice dei bisogni sociali. Occorre allora fare riferimento a un concetto ampio di innovazione, che coinvolga le migliori forze, le principali risorse della società, per convogliarle verso la soddisfazione di vecchi e nuovi bisogni sociali. In Italia lo stato dell'arte vede una buona offerta di risorse private finalizzata all'impatto sociale; manca però un'adeguata domanda di innovazione sociale a causa degli scarsi investimenti nelle infrastrutture sociali, di una pubblica amministrazione poco propensa al rischio, di un terzo settore poco investment ready, di una cultura debole sulla valutazione dei risultati e di una scarsa visione di sistema da parte delle imprese. Questo libro propone ad imprese, operatori del terzo settore, enti pubblici ed esperti, una nuova accezione di innovazione nella sua capacità trasformativa di ibridare valori, tematiche e settori eterogenei, coinvolgendo non solo il terzo settore, che deve orientarsi verso modelli economicamente sostenibili, o la pubblica amministrazione, che deve diventare un abilitatore dei processi di innovazione comprando impatti e non servizi, ma tutti gli attori del sistema economico, pubblico e privato.