Scrive poesie da sempre, e ogni volta ciò che elabora in versi è frutto di ispirazione improvvisa e veloce. Pertanto non ama mettersi con una penna in mano per utilizzare le mie capacità tecniche al fine di inventare situazioni liriche "volute" e d'altra parte non condivide l'atteggiamento di coloro che realizzano testi letterari rispondenti a situazioni contingenti o interpretate in modo razionale. Scrive perché sente il bisogno di farlo e riesce ad essere un "poeta" solo per i brevissimi attimi della creazione artistica. Legge anche molto volentieri le poesie altrui, soprattutto se nate con le stesse caratteristiche e non siano volutamente ermetiche o complesse. Il fatto che scriva avvalora quindi l'ipotesi che la poesia (o meglio il "canto") sia forse un bisogno indispensabile per l'uomo, quando nasce come momento intuitivo o incontro cosmico spontaneo. Bisogno e momento intuitivo, dunque, sono a suo avviso alla base del canto e della lettura, della visione o dell'ascolto di ogni forma d'arte. Evidentemente, chi si esprime ha "intuìto" qualcosa (consciamente o inconsciamente) e sente il bisogno di esteriorizzarlo. Chi si interessa invece delle creazioni artistiche...