GLOBAL LANDSCAPES è un progetto fotografico a lungo termine di Stefano Parisi sul paesaggio antropizzato contemporaneo. Parte dalla consapevolezza che l'uomo, con la sua presenza, ha modificato radicalmente il paesaggio. Niente di nuovo, apparentemente, ma lo sguardo del fotografo milanese permette di farci ri-scoprire quello che diamo per scontato, ma che in realtà non è.
Con le sue immagini, scattate in Paesi e continenti diversi, dagli Stati Uniti all'Islanda fino all’Oman, Stefano Parisi ci permette di cogliere i segni della globalizzazione, che rendono molto più sfumate le differenze tra i diversi luoghi del Pianeta. Il paesaggio diventa uguale ovunque. Non solo globalizzato, quindi, ma globalizzante, con le sue contraddizioni e le sue fredde similitudini. Il fotografo coglie così un aspetto quasi disarmonico dell'ambiente in cui viviamo, come se la natura fosse stata deturpata dall'uomo irrimediabilmente o solo temporaneamente.
Spazi urbani o ambienti naturali fanno quindi da sfondo a soggetti e oggetti che da una parte paiono surreali, “fuori posto”, ma che nello stesso tempo sentiamo far parte della nostra vita quotidiana.
E’ il contrasto tra questi due elementi che ci spiazza ma anche ci affascina e ci permette di riflettere sugli eccessi visivi di cui siamo vittime, ma che spesso ci sfuggono. L’immagine fissa, la fotografia, consente quindi l’approfondimento e l’analisi di aspetti che normalmente scorrono via, a cui siamo indifferenti.
All’inizio del percorso visivo del progetto di Parisi gli ambienti ci sembrano normali, familiari, ma alla sua conclusione ci rimangono impressi dei particolari discordanti: il colore fastidioso di un rimorchio, il cattivo gusto di un’immagine impressa su un camper.
E, alla fine, l’uomo appare inadeguato alla natura.