Le riflessioni teoriche esposte da Matteo Moscatelli nelle pagine di questo libro possono essere considerate come un trattato in nuce sulla natura e il senso del progetto contemporaneo, una natura e un senso che si identificano nella categoria della forma intesa come un'entità compiuta e definita in sé, e al contempo aperta a una molteplicità di letture, capace di mutazioni e di adattamenti soggetta nella sua genesi a ricostruzioni dotate di una relativa oggettività. «Gli strumenti di controllo del progetto contemporaneo» riafferma la centralità della ragione in un momento dominato da innumerevoli derive verso l'autoreferenzialità più azzardata, le più immotivate proiezioni tecnologiche e le autocelebrazioni mediatiche di un'architettura che si sottrae sempre più spesso alle sue più autentiche finalità.