Quell'esemplarità, nel contenuto e nella forma, che era stata riconosciuta nell'Ottocento alla scultura italiana - tanto che Ottavio Lacroix scrive che "il carattere di ciascun popolo si disegna e s'esprime in questi monumenti", intesi come monumenti funebri (da La tomba di Mulready, in L'Esposizione Universale Illustrata, 1867) - era venuta meno. Solo grazie a studi come quelli di Camilla Bertoni è stato possibile ricollocarli nella corretta prospettiva culturale. La scultura degli Spazzi, come tutta la scultura monumentale è ancora oggi parte del nostro quotidiano; dopo un volume come questo impariamo però a guardarla differentemente, con maggiore consapevolezza, a decifrare le gesta che ci racconta. Una storia silenziosa che va letta nelle espressioni, nell'interpretazione dei simboli, nella puntuale descrizione delle uniformi, degli abiti, degli interni, delle acconciature... Il libro inoltre s'inserisce in un progetto più ampio e ambizioso: la creazione di un Archivio della Scultura Veronese consultabile in rete e a disposizione di studiosi appassionati.