Sospesi tra due giganti - l'Oceano Pacifico e le Ande - gli Incas, creatori della più grande civiltà dell'antico Sudamerica, svilupparono un impero degno di quegli immensi orizzonti. Caratterizzato da una razionalità rigorosa, con strade rettilinee e ciclopiche mura, da città realizzate con metodica armonia e con un ordinamento sociale minuziosamente strutturato, il mondo degli Incas, inoltre, associava la vita e la morte, il cielo e la terra, il passato e il presente, i vivi e i morti. Infatti, portando a Cuzco, a 3400 m di altitudine, la sabbia del Pacifico per ricreare l'ambiente della Madre-Mare, o forgiando opere d'arte con l'oro e l'argento, che rappresentavano il sudore del Sole e le lacrime della Luna, o ancora, invocando consiglio alle mummie degli antenati condotte con tutti gli onori ad assistere ai riti, gli Incas univano Cielo e Terra, realtà sensibili ed entità spirituali, passato e presente, storia e mito. Con questo libro Terence N. D'Altroy descrive un impero che, pur essendo durato soltanto un secolo, affondava le sue radici nelle civiltà millenarie che lo avevano preceduto. Lo studioso analizza ogni aspetto della vita degli Incas e dei molteplici popoli loro soggetti: la famiglia, l'ordinamento giuridico ed economico, la guerra, i rapporti tra le classi, l'urbanistica, le arti, i mestieri, la religione; e lo fa guidato dai documenti per ricostruire la grande storia, ma anche dall'archeologia e dall'antropologia per illuminare la tangibile conoscenza.