«Non si può certo dire che fossi un complottista. Quando iniziai a scrivere Gli Eredi di Atlantide, nel 2012, intendevo semplicemente approfondire le questioni aperte due anni prima con Le Tre Età di Atlantide. Così i primi capitoli sono dedicati all'uomo di Mouillans, venuto in Europa da Atlantide, e alla stirpe dei Naacal o Brighus, emigrata in India dall'evanescente paese di Mu. Esploriamo lo sviluppo della prima colonia egizia, la sua decadenza in seguito al secondo diluvio e la migrazione dei suoi abitanti attraverso il Sahara fino ai monti Tibesti-Ennedi del Ciad, lungo la cosiddetta "Pista degli Antenati" scoperta nel 2011 da Robert Bauval e Thomas Brophy. Proseguiamo con la rassegna delle "sale degli archivi" ritrovate a Girifalco (Italia), Glozel (Francia) e Olney (Illinois), fino alla famosissima Cueva de Los Tayos, in Ecuador, ancora oggi abitata da uomini sfuggenti, che rifiutano il contatto perfino con i nativi dell'Amazzonia. Quindi tocca alla scoperta dei fratelli Dixon nel pozzo di Osiride, a Giza: 192 tavolette di gesso incise con la stessa enigmatica scrittura, tradotte negli anni '50 da Alexander Thom per mezzo di una chiave riportata in una pergamena recuperata a Nisibis (Siria) dall'esoterista George I. Gurdjieff. Il seme di una possibile "pianta del complotto" si sviluppa quando esaminiamo la realtà degli Sciti, la cui élite, riconducibile anch'essa ad Atlantide, riesce ad imporre il proprio volere su popolazioni estranee incontrate lungo il cammino, uomini che continuano in ogni caso a parlare la propria lingua e ad adorare i propri dèi, spesso in completa difformità dalle lingue e dai culti dei propri conquistatori. Dagli Sciti discendono i cosiddetti Popoli del Mare: Shardana, Sabini, Libu, Achei, Teucri e Lukka, dominatori del Mediterraneo antico e di nuovo prìncipi di popolazioni ad essi etnicamente avulse. Persino i re di Israele appartenevano alla stessa fortunata discendenza atlantidea e quindi ariana, messasi a capo di quei semiti che proprio dagli ariani subiranno la sorte dell'Olocausto. Numerose sono state le circostanze nelle quali l'élite ariana non ha esitato a sacrificare il popolo su cui regnava in quel dato momento al solo fine di salvaguardare i propri interessi, già preparandosi la strada per venire "eletta" a capo di un altro popolo, se possibile più ingenuo del primo. Ho provato a seguire le orme di quell'élite, nei principali casati della nobiltà europea e nelle maggiori famiglie di banchieri, tra i fondatori del Bilderberg, del CFR, della Trilateral e altre associazioni che non hanno altro scopo se non preservare il potere dell'élite per mezzo della burocrazia e della propaganda. Il libro si spinge alle Primavere Arabe, alla Guerra dei Balcani, alle rivolte made in USA scoppiate in Siria e in Ucraina, proprio quell'Ucraina che in questi giorni guardiamo con tanta apprensione. È "solo" un libro di passaggio, ma fondamentale per sviluppare quell'occhio critico che tanto ha smascherato nei miei lavori successivi, in particolare ne Il Sangue degli Illuminati». [D.M.]