Secondo dei quattro poemi drammatici composti dallo scrittore romagnolo Marino Moretti, assieme all'amico lombardo Francesco Cazzamini Mussi, per celebrare i Grandi del passato (Leonardo Da Vinci, 1908; Gli Allighieri, 1909; Frate Sole, 1911; Giuditta, 1912), Gli Allighieri rappresentano uno degli esiti più alti e originali della vasta produzione teatrale di soggetto dantesco fiorita tra il XIX e il XX secolo. Riproporli oggi in edizione moderna, prefata e annotata, nonché impreziosita dalle illustrazioni liberty di Carlo Felice Zanelli, ad oltre un secolo dalla princeps del 1909 e dalla seconda edizione del 1910, significa, perciò, non soltanto riappropriarsi di un tassello fondamentale della secolare ricezione dell'Alighieri e della sua Commedia, ma anche riscoprire un segmento poco noto e ingiustamente sottovalutato della multiforme opera morettiana, ancora fortemente segnato dal modello dannunziano, benché già in sottile polemica con esso, così da indagarne a fondo, con l'ausilio dei carteggi coevi, la genesi e l'ispirazione più intima.