"La recente opera di Giulio De Mitri si dichiara dall'interno del nuovo universo di forme. Vi semina le sue proposizioni materiali, l'innesto di una nuova temperie d'immagine, sovente dura e asciutta negli assetti e articolazioni ma sottesa da simboli di memoria e significazioni primarie, umanisticamente anche ancestrali. Nella continuità che assorbe il passato, la ricerca pesca al suo interno e ne modifica l'uso di pratiche e linguaggi convertendoli a nuova vita. Col cambiare dei mezzi materiali mutano anche le forme e il loro veicolo di senso. Ricerca di particolare evidenza nel trascorso biennio 2002-2004, cui è dedicata la presente raccolta di testi critici." (Luigi Paolo Finzio)