I saggi raccolti in questo volume parlano di romanzi, racconti, reportages, lungometraggi e documentari usciti diversi anni fa, eppure, alla luce delle ansie post-pandemia, queste opere restano attuali, e raccontano il nostro paese in presa diretta, con uno sguardo ad altezza-uomo che mostra soggetti in difficoltà, con il fiato corto e, nei casi peggiori, addirittura senza fiato. La narrativa e il cinema italiani del ventunesimo secolo hanno rappresentato e continuano a rappresentare, come un vero e proprio work in progress, le trasformazioni socioeconomiche dei nostri tempi, portando alla ribalta storie di uomini e donne che, per un motivo o un altro, faticano a trovare un impiego e, se ce l'hanno, vengono sottoposti ad un costante ricatto. Il lavoratore del nuovo millennio rimane un soggetto precario, in ostaggio, che ha perso tutte le sicurezze e che si trova sempre costretto a prendere decisioni difficili. "Meglio morti o disoccupati?", si chiedono alcuni operai incontrati dal regista Tavarelli. Meglio lottare per proteggere i propri diritti e rischiare così il licenziamento, o stare in silenzio e accettare condizioni di lavoro umilianti e pericolose?