"L'istantanea di un corpo che si agita, si contorce. Una bocca aperta in un grido muto. Una vita che scorre, vista da dentro, toccata da fuori, pianta di lato. È Victoria, che rivive se stessa, si strappa, si cancella, si ricostruisce con audace vergogna. È un corpo di donna martoriato, un paesaggio bruciato da un controluce, una manciata di secondi che valgono una vita intera. L'ultimo respiro prima del sonno, una carezza di lama sulla schiena. Lei, solo lei. Sola. Insieme a lei quando la si legge nuda e selvaggia, mentre copre appena, arrossendo, il suo sorriso." (Irene Ghiotto)