Nel 1992, quando scoppia la guerra in Bosnia, Teodor Ceric, studente di Lettere e poeta, lascia Sarajevo: per sette anni, cerca rifugio sulle strade d'Europa, lavorando dove capita e visitando giardini, spesso sconosciuti, marginali, nati dai sogni e dai desideri più intimi dei loro creatori. Durante questa lunga erranza, elaborerà un pensiero sul giardino fondato su una concezione romantica della natura che sorge dalla visita di questi luoghi di cui Ceric coglie la dimensione poetica ed esistenziale, e soprattutto la capacità di sfuggire al disastro della Storia, alla perversione della civiltà. Dal giardino-cimitero di Derek Jarman passando per il voluttuoso Monte Caprino nascosto tra i colli di Roma, Ceric è la guida di un'escursione letteraria e bucolica, sognante e metaforica, alla ricerca di un rifugio - il giardino - in cui il mondo diventi finalmente abitabile.