Inserendosi in quel filone «alto» che connota l'uso letterario del genovese fin dalle origini, in questo volume Paolo Besagno ordina e propone per la prima volta una serie di testi (in versi o in prosa poetica) di natura fortemente introspettiva, volti ora a ripercorrere vicende personali in ottica autobiografica, ora riflessioni su argomenti di particolare attualità, come il razzismo o la paura del diverso. Articolato in tre sezioni, in parte complementari per stili e temi, il volume comprende anche i testi della raccolta Bambòcce sensa i euggi (2020), fra i contributi più interessanti all'interno del panorama cantautorale più recente d'espressione genovese. Costantemente contesa fra uno stile ruvido e delicato, ansiogeno e solare, la lingua dell'autore si dimostra duttile come la sua propria voce. Il genovese di Besagno si caratterizza infatti per un costante desiderio di ricercatezza formale, che mai sfocia nell'artificiosità; al contrario, il suo uso vivo è testimoniato dal ricorso a forme fonetiche e lessicali della val Polcevera, dove l'autore risiede. Prefazione di: Stefano Lusito.