"Fuoristormo" nasce dal tentativo di pensare alla poesia come un corpo vivo, nudo, nato dall'urgenza di darsi alle ali secondo natura e, per natura, capace di altissimi voli e altrettanto vasti tracolli. Il vissuto che si fa parola e la parola che si fa corpo vissuto, logoro e intatto, "fino a che giunge il bisogno di cadere come un sasso con in grembo un cuore".