Fuori tempo massimo vuol essere un piccolo omaggio a tre corridori che hanno sacrificato le loro giovani vite sul terreno dell'ipocrisia. È la storia dell'immensa occasione perduta dal ciclismo sul finire del secolo scorso, quando salirono alla ribalta internazionale degli atleti assolutamente straordinari. Non è un racconto storico, non è un romanzo. È un libro intimo, controverso, in alcuni passaggi struggente. Una corsa a tappe immaginarie disputata sul terreno molle della denuncia e del rimpianto.