Una silloge di canti blues in cui classico e contemporaneo talora dialogano, talora si schiaffeggiano. L'autore si sofferma a conversare con voci amate ormai lontane e con figure storiche, che diventano personaggi di un piccolo eppure smisurato epos. La misura infatti è quella dell'epillio, forma antichissima, che tuttavia può apparire appena sbocciata e si configura come la modalità espressiva ideale per un tempo in cui gli eroi hanno smesso di esistere e se ne vanno a spasso per una Grecia che non è mai esistita, ma che ci piace continuare a raccontarci. Altrimenti non sapremmo a chi rivolgerci per trovare la voce giusta con cui ridere sguaiatamente o piangere senza ritegno.