La silloge poetica d'esordio di Gabriella Petrelli restituisce al lettore il cammino simbolico che la scrittrice ha deciso di percorrere tra i ricordi del passato e gli istanti del presente. È appunto una fuga, quella che ella compie, per allontanarsi dal dolore della perdita e avvicinarsi invece alla calda luce della speranza del suo "oggi. Scrive Mariana Cocciolo nella prefazione "È questo libro un luogo "dove ciascuno ritrova se stesso, nella pienezza dell'essere": ogni forma di dolore vi è custodita gelosamente e ogni possibile rimedio al dolore viene implicitamente suggerito dalla forza evocatrice della poesia".