"Tra il 1936 e il 1939 più di 80.000 italiani parteciparono alla Guerra Civile Spagnola a sostegno dei generali golpisti. L'insurrezione militare contro il governo repubblicano finì per trasformarsi in un conflitto europeo nonostante il Patto di Non Intervento sottoscritto da diversi paesi, tra cui l'Italia, per evitare l'internazionalizzazione del conflitto. Dal momento in cui - nella prima metà del XIX secolo - si sviluppò la tecnica di riproduzione fotografica a oggi, le immagini sono state una potente forma di comunicazione. Ma fu in Germania che, a partire dagli anni Trenta, grazie all'influenza dell'opera di Stefan Lorant, redattore capo della rivista «Münchner Illustrierte Presse», la fotografia non servì più solo ad accompagnare le notizie, ma si trasformò nella principale voce narrante della storia. Sebbene sin dall'inizio la fotografia non fosse esente da strumentalizzazione e controllo, fu con l'avvento del fascismo e del nazismo che si trasformò in uno strumento della propaganda politica. L'intervento italiano non fu solo militare. La decisione di Mussolini di creare l'Ufficio Stampa e Propaganda determinò l'uso dei mezzi di comunicazione come un'arma di manipolazione delle masse a sostegno del contributo fascista dell'Italia alla guerra e a fini politici. Nella commemorazione dell'80º anniversario dello scoppio della Guerra Civile Spagnola, il Museu d'Història de Catalunya ha presentato la mostra "Fu la Spagna!" come strumento per riscoprire la storia attraverso i documenti fotografici. Le immagini proposte, per la maggior parte inedite, ci offrono tre visioni molto diverse ma complementari, e ci permettono di comprendere la guerra attraverso la propaganda politica, la documentazione istituzionale delle azioni militari e da una prospettiva privata, più intima e personale, dei volontari che vi presero parte. Siamo grati ai curatori della mostra Daniela Aronica e Andrea Di Michele per l'imponente lavoro di ricerca e documentazione che hanno svolto. Con il loro lavoro hanno recuperato le informazioni che danno senso alle immagini e al loro contesto, entrambi essenziali per trasformare una semplice fotografia in un documento sociale che ci permette di costruire la memoria e ricostruire la storia." (Dalla Prefazione di Margarida Sala i Albareda Direttrice Museu d'Història de Catalunya)