Nelle città del mondo è proliferata dapprima la diffusione urbana: il modello è quello californiano, caratterizzato da un pattern di case unifamiliari, con qualche servizio, centri commerciali e l'ingigantimento della rete stradale. Dai tappeti residenziali britannici e europei l'Italia sviluppa territori diffusivi per esempio in Veneto e sulla costa medio-adriatica. Sono situazioni di confusione delle regole della città e della campagna. Ma in una situazione metropolitana, soprattutto nelle condizioni dei paesi di quello che una volta era definito "terzo mondo", l'allargamento diventa inarrestabile e la qualità dell'edificazione precipita verso il basso: non più le modeste residenze suburbane dell'agro campano o della periferia romana, ma le baracche di fango, legno e lamiera di San Paolo, Mumbai, Nairobi. Affrontare, dopo la città diffusa, la città informale come tema didattico (in particolare in un laboratorio di tesi) ha rappresentato una sfida. La pubblicazione presenta elaborazioni progettuali che più che offrire delle soluzioni mettono in luce le questioni aperte dal confronto tra i temi dello sprawl e quelli degli slum.