Dalla penna di Mario Pigazzini, che rilegge la seconda cantica dantesca alla luce delle teorie psicoanalitiche e biologico-matematiche, il Purgatorio diventa racconto di un mondo quotidiano in cui l'uomo maturo, lontano dalla paura di non farcela, capace di contemplare la profondità dell'abisso così come l'altezza della speranza, disposto all'accettazione della grandezza così come della miseria, si appresta alla fatica della salita verso la luce, verso il raggiungimento dell'insight, dell'illuminazione, dell'ascesi. Sebbene ancora nell'ombra ma già nella naturalità di quella luce che mancava all'inferno, il pellegrino ha intrapreso il cammino verso la propria identità, autonomia e autenticità, senza trascurare la relazione con l'altro, in linea con gli assunti della fenomenologia husserliana. Questo titolo segue l'opera dello stesso autore "Freud va all'inferno".